"Affrettiamoci ad amare..." Una serata con la poesia di Jan Twardowski

Martedì 3 Novembre 2009, ore 21.00
In occasione dell'edizione italiana delle sue poesie
In collaborazione con Cattedra di Letteratura Polacca - Università di Bologna
Introduce
Alessadra Iwanowska
Leggono le poesie
Anna Dymna
Wojciech Przeklasa
Andrea Ceccherelli
Accompagnamento musicale
Walter Zanetti
Jan Twardowski (1915-2006) è considerato una delle voci più originali della poesia polacca del Novecento, innovatore della lirica religiosa per la sua capacità di conciliare semplicità e paradossalità, tenerezza e umorismo.
Le sue opere sono tradotte nelle maggiori lingue europee.
Affrettiamoci ad amare (a cura di A. Ceccherelli, Marietti 2009) è la prima raccolta di sue poesie pubblicate in Italia.
Un libro di spudorata bellezza, fatto di poesie "timide e scalze", che non seguono la critica alla moda e non sono pagati dai dollari del Nobel.
Twardoeski è riconosciuto nome di punta se pur meno noto (poiché la notorietà non era nei suoi interessi) della migliore poesia polacca, e quindi tra le migliori del mondo se consideriamo la fila che di là viene di poeti altissimi, da Herbert a Milosz, dalla Hartwig alla Szymborska.
Le sue poesie hanno una forza prodigiosa e chiara. Sia che presentino un colloquio con le creature della natura, sia che sottintendano i tanti drammi normali di tutti noi a riguardo dell'amore, della morte e delle domande che agitano i cuori umani, queste poesie vivono in una grazia violentissima e gentile. Esatte nelle loro illuminazioni straordinarie, a cui l'ironia dà a tratti i bagliori di uno splendore feriale, le poesie di Twardowski si sono affermate come punto di riferimento per tanti lettori e gente comune. La sua fede bambina e potente, semplice e bellissima alle sfumature di vita, non è innanzitutto un tema, ma l'aria in cui vibra una voce carica di umanità e simpatia per la condizione di tutti noi. Così che questo libretto diviene quel che la poesia rivela d'essere quando è veramente grande: un dono inaspettato e prezioso. (Davide Rondoni)
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